Il packaging non ha frammenti di pubblico. Il packaging non ha un target.
Ogni cosa necessita del proprio packaging, per cui non c’è un cliente unico a cui rivolgersi.
A seconda della tipologia di bene materiale ovviamente ci si focalizzerà su di un determinato tipo di pubblico, ma nessuna età è esclusa dall’utilità del packaging stesso.
I bambini, ad esempio, occupano una buona porzione di interesse per il mondo del packaging.
A primo acchito si può pensare ai contenitori dei loro amati giocattoli. Ma la realtà è molto più estesa.
Che si tratti dei cereali con cui fare colazione, o dei pastelli con cui disegnare, o del contenitore delle scarpe prescelte, ogni ambito della vita di un bambino è accompagnato dal packaging. Per cui quest’ultimo deve fare la sua parte.
Il packaging, infatti, è il primo impatto che i bambini hanno con un determinato prodotto. Per cui un contenitore deve spiccare tra gli altri, deve far sì che un bambino scelga proprio quello rispetto a tutti gli altri presenti sugli scaffali.
E come si fa a convincere un bambino a scegliere un bene piuttosto che un altro? Attraendolo!
L’attenzione del bambino deve cadere proprio su quel packaging, il quale è necessario lo convinca e lo coinvolga.
È importante infatti che le scatole dei bimbi siano in primis politically correct ed educative.
Ottimale è poi renderle interessanti per i più piccoli. Serve perciò che siano colorate e sgargianti, con disegni che li interessino e li invoglino a portare proprio quel prodotto con sé.
Frasi semplici, ma d’effetto, devono essere riportate sulle confezioni, in dei font che permettano ai più piccoli di leggere con facilità.